Ha scalato classifiche all-time, fatto registrare record e aggiornato numeri importantissimi. La stagione di Lautaro Martinez è scritta nella Seconda Stella conquistata dall’Inter dopo il successo nel derby, nella grinta di un capitano e nelle statistiche che lo vedono in cima alla classifica dei marcatori della Serie A con 23 gol segnati, all'ottavo posto solitario nella classifica all-time dei marcatori nerazzurri con 128 reti e tra i giocatori più prolifici dei maggiori cinque campionati europei 2023/24.
«L’amore per il calcio è qualcosa che ho nel sangue, mio padre mi ha trasmesso questa passione da quando avevo due o tre anni. Ricordo che mi portava nello spogliatoio con lui e da lì ho capito che quello poteva essere il mio destino. Fin da bambino ho affrontato ogni sfida con l’obiettivo di crescere, sono andato via di casa a 15/16 anni inseguendo un sogno e passo dopo passo ho raggiunto tanti traguardi che avevo sempre desiderato. Ogni tappa e ogni inizio è stato prezioso: il primo gol al Racing, il primo in Nazionale, il primo all’Inter...Da quando sono arrivato a Milano ho trovato gente che mi ha voluto bene e che mi ha aiutato e tifosi che ci hanno sostenuto in ogni luogo con la stessa forza».
La passione per la matematica ai tempi della scuola a tracciare un destino fatto di grandi numeri e traguardi importanti: dal Mondiale con l’Argentina ai trofei in nerazzurro...
«Da piccolo mi piaceva studiare matematica e biologia, mi piacevano i numeri e tutto quello che raccontava la vita. Il calcio c’è sempre stato, fin dalle origini, l’idolo era Falcao, un attaccante che mi ha ispirato per la sua maniera di vivere e giocare. Il soprannome invece “me lo sono guadagnato” al Racing, me lo hanno dato due compagni quando sono arrivato, dicevano che calciavo forte, che avevo tanta potenza e che era difficile fermarmi, il “Toro” è nato da lì».