Secondo anno in nerazzurro per Yann – Aurel Bisseck, classe 2000 con una grinta innata che gli ha permesso di bruciare molte tappe nella sua carriera e di diventare un punto di riferimento anche in nerazzurro. Ripercorrendo la sua storia, c'è un anno, il 2017, che segna una svolta importante: a due giorni dal suo diciassettesimo compleanno, Bisseck diventa l'esordiente tedesco più giovane della storia della Bundesliga debuttando nella Prima Squadra del Colonia contro l'Hertha Berlino. Un mese prima di quella partita vive un’altra sfida che lascerà il segno:

«Nei quarti di finale contro il Brasile nel Mondiale con l’Under17 con la Germania, c’erano circa 80.000 persone allo stadio. Quella è stata la prima volta nella mia carriera in cui ho pensato ‘Cavolo, qui è dove una carriera nel calcio può portarmi’. Mi ha dato una carica enorme, tanto che qualche settimana dopo ho fatto il mio esordio da professionista: quella partita mi aveva preparato per questo momento».

L’etica del lavoro, l’ambizione, la sete di vittoria sono la carica del difensore nerazzurro:

«A volte mi rendo conto che il mio odio verso la sconfitta è più forte della gioia che provo nella vittoria, ecco perché preferisco vincere. Ogni atleta credo abbia il desiderio di vincere: se sei un atleta la mentalità vincente fa già parte di te, ci cresci. Aver vinto lo Scudetto alla mia prima stagione è stata una cosa fantastica. Ho imparato molto sul campo d’allenamento, e anche al di fuori. Sono cresciuto sia come persona che come giocatore, in modo particolare nella consapevolezza tattica».

Secondo anno in nerazzurro per Yann – Aurel Bisseck, classe 2000 con una grinta innata che gli ha permesso di bruciare molte tappe nella sua carriera e di diventare un punto di riferimento anche in nerazzurro. Ripercorrendo la sua storia, c'è un anno, il 2017, che segna una svolta importante: a due giorni dal suo diciassettesimo compleanno, Bisseck diventa l'esordiente tedesco più giovane della storia della Bundesliga debuttando nella Prima Squadra del Colonia contro l'Hertha Berlino. Un mese prima di quella partita vive un’altra sfida che lascerà il segno:

«Nei quarti di finale contro il Brasile nel Mondiale con l’Under17 con la Germania, c’erano circa 80.000 persone allo stadio. Quella è stata la prima volta nella mia carriera in cui ho pensato ‘Cavolo, qui è dove una carriera nel calcio può portarmi’. Mi ha dato una carica enorme, tanto che qualche settimana dopo ho fatto il mio esordio da professionista: quella partita mi aveva preparato per questo momento».

L’etica del lavoro, l’ambizione, la sete di vittoria sono la carica del difensore nerazzurro:

«A volte mi rendo conto che il mio odio verso la sconfitta è più forte della gioia che provo nella vittoria, ecco perché preferisco vincere. Ogni atleta credo abbia il desiderio di vincere: se sei un atleta la mentalità vincente fa già parte di te, ci cresci. Aver vinto lo Scudetto alla mia prima stagione è stata una cosa fantastica. Ho imparato molto sul campo d’allenamento, e anche al di fuori. Sono cresciuto sia come persona che come giocatore, in modo particolare nella consapevolezza tattica».

Come descriveresti la passione per il calcio?

«Per me nel calcio è fondamentale divertirsi. È importante mantenere la stessa passione, andare in campo con il cuore, come le prime volte».

Lo sport che più ti appassiona?

«Mi piace il basket ma anche il football americano e l’hockey su ghiaccio. Oltre allo sport mi piace la cultura in generale, andare a visitare i musei, leggere un libro e poi amo cucinare».

LA PARATA SCUDETTO

È una delle poche cose che posso dire di non aver mai visto in vita mia, e non mi capita spesso. Un’esperienza fantastica, con tutta la città nerazzurra. Non ho molte parole per descrivere quei momenti vissuti dal bus. Tutte le volte che riguardo le foto e i video mi sbalordisco ancora.

IL PRIMO GOL NERAZZURRO

Mi piace fare gol. Il primo con l’Inter è stato bellissimo, a San Siro con tutti i tifosi a gridare il mio nome, tutti quanti in un’esplosione di gioia e poi tutti i compagni di squadra attorno, felicissimi per me. Una sensazione fantastica. È stato un momento surreale. Dopo la fine della partita, quando tutti si congratulano con te, è lì che realizzi di aver fatto qualcosa di speciale.

L'ESPERIENZA CON L’AARHUS

Questa foto risale all’ultimo giorno della stagione con l’Aarhus: è successo di tutto. Dovevamo pareggiare per raggiungere il terzo posto che in Danimarca è molto importante.  Eravamo in svantaggio per 0-3, uno dei nostri era stato espulso. Abbiamo combattuto e siamo stati in grado di pareggiare 3-3 alla fine. Una giornata fantastica: è stata anche l’ultima partita che ho disputato nel Club danese, quindi ha significato molto per me.

LA PARATA SCUDETTO

È una delle poche cose che posso dire di non aver mai visto in vita mia, e non mi capita spesso. Un’esperienza fantastica, con tutta la città nerazzurra. Non ho molte parole per descrivere quei momenti vissuti dal bus. Tutte le volte che riguardo le foto e i video mi sbalordisco ancora.

IL PRIMO GOL NERAZZURRO

Mi piace fare gol. Il primo con l’Inter è stato bellissimo, a San Siro con tutti i tifosi a gridare il mio nome, tutti quanti in un’esplosione di gioia e poi tutti i compagni di squadra attorno, felicissimi per me. Una sensazione fantastica. È stato un momento surreale. Dopo la fine della partita, quando tutti si congratulano con te, è lì che realizzi di aver fatto qualcosa di speciale.

L'ESPERIENZA CON L’AARHUS

Questa foto risale all’ultimo giorno della stagione con l’Aarhus: è successo di tutto. Dovevamo pareggiare per raggiungere il terzo posto che in Danimarca è molto importante.  Eravamo in svantaggio per 0-3, uno dei nostri era stato espulso. Abbiamo combattuto e siamo stati in grado di pareggiare 3-3 alla fine. Una giornata fantastica: è stata anche l’ultima partita che ho disputato nel Club danese, quindi ha significato molto per me.

AMARCORD: INTER CLUB EDITION

Storie di vita che accompagnano il cammino dell’Inter. Torniamo al 1981: i nerazzurri di Bersellini sfidano la Stella Rossa nei quarti di finale della Coppa dei Campioni. Il match casalingo si chiude sull’1-1 con gol interista di Caso, al ritorno ci si gioca la qualificazione. Alberto Bacchetta, segretario dell’Inter Club Galliate ci ha raccontato come ha vissuto quella partita e la sua storia interista...

Più che di Inter-Stella Rossa mi ricordo di Stella Rossa-Inter: si giocava di mercoledì pomeriggio e ovviamente per seguirla c’era la tradizionale radiolina, a tutto volume, perché non si poteva fare altrimenti. Ricordo Muraro che dopo un quarto d’ora aveva segnato il gol del vantaggio e poi un assedio incredibile e l’Inter che dopo una dura lotta era riuscita a passare il turno. Ricordo le esultanze finali, di Altobelli e gli altri e poi ricordo che una decina di giorni dopo a Milano c’era Inter-Juventus e Muraro aveva creato ancora scompiglio sulla fascia e segnato di nuovo il gol partita...

La mia Inter...

“La mia Inter” è la prima, la Grande Inter. I giocatori che ho amato di più sono Mazzola, Facchetti e poi avanti con Boninsegna e gli altri...Per me l’Inter è un marchio di fabbrica e significa famiglia. Vuol dire ritrovarsi con gli amici interisti e quelli dell’Inter Club quando ci sono le partite ma anche quando non si gioca.

L’inter di oggi...

È una squadra che ci fa vedere un bellissimo calcio e che ci ha portati tra le grandi d’Europa. Abbiamo tanti fuoriclasse nella rosa attuale ma io voglio citare Matteo Darmian, da anni è una sentenza con gol pesanti e prestazioni importanti...

ELISA POLLI

A segno contro la Sampdoria, nella prima sfida stagionale, Elisa Polli ha iniziato la sua quarta stagione con la maglia dell’Inter con tanti obiettivi e voglia di fare la differenza. Abbiamo incontrato l’attaccante nerazzurra per un’intervista esclusiva che prende il via dal suo senso di appartenenza:

«L’Inter per me è casa, è la squadra che ho tifato fin da bambina e per me significa amore e passione.  Da quando sono arrivata in questo Club sono cresciuta molto a livello personale, sono maturata tanto sia fisicamente che mentalmente».

Diversi i sogni da realizzare e gli obiettivi dell’attaccante classe 2000:

«A livello di squadra voglio raggiungere le prime posizioni in classifica, a livello personale invece l’obiettivo è crescere sempre di più e poi...fare tanti gol! Il calcio non è solo nella mia vita, il calcio è la mia vita, vivo ogni giorno come una sfida, questo mi aiuta a raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata. Per me conta ogni cosa che può aiutare il gruppo, da un assist utile a raggiungere l’obiettivo di squadra a un salvataggio fino ai gol che sono la mia benzina». 

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