Il suo clamoroso impatto nel campionato italiano è stato raccontato in ogni forma, sulla scia di numeri incredibili, giocate importanti e di un feeling speciale con la squadra e i compagni di reparto. Per conquistare il pubblico nerazzurro e non solo Marcus Thuram come sempre ha corso velocissimo, bruciando le tappe e ci ha messo del suo: forza fisica, tecnica, costanza, determinazione, bel gioco e leadership. E poi ci sono i gol, 12 quelli realizzati fino ad oggi con la maglia dell’Inter, 10 in campionato con più della metà delle reti messe a segno negli scontri diretti e 11 assist a cui vanno aggiunte le tantissime giocate ad aprire la via del gol ai compagni di squadra.

«Tutti i momenti che ho vissuto con un pallone tra i piedi fanno parte della mia storia, da quando da piccolo andavo in campo con mio padre a giocare al termine delle partite, ai tempi del Barcellona, alla mia prima gara da professionista allo Sochaux nel 2015. Ricordo che sono entrato più o meno all’80’, l’adrenalina era tanta ma è stato bello, è un ricordo emozionante. Al Borussia invece sono cresciuto molto come uomo e giocatore perché mi sono affacciato alle competizioni europee, ho giocato grandi partite e ho debuttato nella Nazionale maggiore».

Il calcio nel sangue, le icone seguite da vicino e da lontano, l’esempio e la stima per suo fratello Khéphren e gli idoli che attraversano anche la storia nerazzurra.

«Ronaldo era uno dei miei preferiti, i miei genitori mi hanno sempre raccontato che per farmi lasciare una coperta che mi portavo sempre dietro da piccolo mi avevano dovuto dire che l’avrebbero data a lui e solo così mi sono convinto a consegnarla! E poi c’era Adriano, mi piaceva tutto quello che faceva in campo e ho sempre sognato di essere un giorno un attaccante come lui. Fuori dal calcio? LeBron James, semplicemente il migliore».

26/03/2001

La data di nascita di mio fratello Khéphren, è un punto di riferimento per me.

18/12/2022

La finale della Coppa del Mondo che abbiamo perso. È una data che rimarrà a vita, è stato molto duro perderla, è un momento che mi ha insegnato tanto.

01/01/1972

Il giorno in cui è nato mio padre.

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LUIS FIGO

Fuoriclasse dentro e fuori dal campo, Luis Figo ha costruito una carriera leggendaria vincendo praticamente tutto, partendo dallo Sporting Lisbona e vestendo le maglie di Barcellona, Real Madrid e Inter. Nelle quattro stagioni in nerazzurro ha ricevuto l’affetto dei tifosi e li ha ripagati con giocate sopraffine, con tanto talento e intelligenza calcistica:

«Il momento che mi è rimasto più impresso dei miei anni all’Inter è la prima volta che ho giocato a San Siro, quando ho alzato lo sguardo e ho sentito tutti quei tifosi che ci spingevano è stato bellissimo. L’ultima partita della carriera invece credo sia il giorno più emozionante della mia intera vita calcistica: sono tante le emozioni che ho provato nelle quattro stagioni in cui ho indossato questa maglia e anche tutti i trofei conquistati sono stati importanti».

Un legame, quello con i colori nerazzurri che è rimasto sempre vivo:

«Come vedo questa Inter? È una squadra gioca un buon calcio, sta facendo un anno molto positivo. Thuram mi ha sorpreso molto per il suo impatto e per quello che ha saputo dare, anche se la vera forza credo sia il gruppo e l’apporto che danno in campo tutti i giocatori della rosa».

INTER-NAPOLI STORY: RICONOSCI I TITOLARI DI QUESTA PARTITA?

2009/10 | INTER-NAPOLI 3-1

Marcatori: 3' Eto'o, 5' Milito, 32' Lucio, 37' Lavezzi

INTER: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 26 Chivu; 4 Zanetti, 19 Cambiasso, 5 Stankovic; 10 Sneijder; 22 Milito, 9 Eto'o; 

Tecnica, visione di gioco, determinazione. Sono queste le caratteristiche che nell’estate del 2020 hanno portato Flaminia Simonetti, centrocampista classe 1997, a vestire i colori nerazzurri. L’abbiamo incontrata per farci raccontare la sua idea di calcio e i momenti più emozionanti della sua carriera.

«Il mio amore per il calcio è nato grazie ad un’evoluzione naturale, è qualcosa che è nato in modo spontaneo ed è cresciuto negli anni diventando poi la mia vita. Dopo l’esperienza alla Roma, nel 2020 ho scelto di vestire i colori nerazzurri perché volevo fare un salto di qualità a livello personale. Sapevo che l’Inter stava costruendo un progetto di crescita importante e sono stata molto felice di arrivare qui perché sapevo che sarebbe stato un contesto in cui avrei potuto fare bene. Sono tante le partite che mi porto nel cuore, tra le più belle c’è la sfida di Coppa Italia giocata a Lecco contro la Juventus e chiusa sull’1-1, una buona prestazione di squadra e anche mia personale che mi è rimasta impressa».

Inter Store a San Siro: vi aspettiamo!

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