«Voglio trasmettere la voglia di giocare nell’Inter, la bellezza di vestire questa maglia e il senso di appartenenza che ho da quando sono nato»

Si gioca il derby, l’atmosfera della stracittadina si respira nei bar, nelle piazze, nelle strade di Milano. La respira fin da quando era bambino anche Federico Dimarco, nerazzurro da sempre, destinato a vivere la sua passione da protagonista.

«Sono nato interista. Quella con l’Inter è una storia bella e lunga: ho cominciato a 6 anni, adesso ne ho quasi 26 e sono ancora qua, è veramente un’emozione vestire questa maglia. Sono cresciuto facendo esperienza fuori e me la sono guadagnata durante il mio percorso. Ho girato tante squadre prima di tornare in pianta stabile all’Inter: oggi sono ancora più orgoglioso di indossarla».

Determinazione, talento, lavoro...sono alcuni degli elementi alla base della carriera di Federico Dimarco:

«Nella mia carriera ci sono stati anche momenti non facili, sono quelli che mi hanno fatto crescere e mi hanno dato consapevolezza, poi la determinazione e anche un po’ di talento mi hanno permesso di arrivare a giocare ad alti livelli. Il gol che ricordo con più emozione è quello segnato a San Siro contro la Sampdoria - il primo in nerazzurro- e poi c’è quello nel derby in Supercoppa, un momento incredibile».

Il calcio per me è sempre stato tutto: ricordo ancora le sensazioni, i compagni della mia prima volta sul campo e quelle corse dietro il pallone da cui è nato tutto.

«La leggenda nerazzurra che ho sempre amato è Diego Milito, non può che essere lui dopo quello che ha fatto nel 2010. I giocatori di riferimento sono stati Roberto Carlos e Marcelo, calciatori che hanno modernizzato il ruolo di terzino sinistro. La squadra per me è sempre stata il centro di tutto, essere un grande gruppo fa la differenza, soprattutto nei momenti di difficoltà».

2023

Uno dei ricordi più belli di quest'anno è la vittoria in Supercoppa contro il Milan. In quella partita ho segnato il mio primo gol in un derby: un’emozione che non dimenticherò mai

2021

È l’anno di nascita di mio figlio Nicholas e coincide con diversi eventi importanti come la vittoria dell’Italia nell’Europeo.

2018

È nata mia figlia Chloe, era un periodo in cui ero infortunato e lei mi ha dato tanta forza, anche perché ho avuto modo di passare tanto tempo con lei

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2011/12 | INTER-MILAN 4-2

La tripletta del Principe, il destro all'incrocio di Maicon e l'addio di Cordoba nel derby casalingo della stagione 2011/12

Inter: 1 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 55 Nagatomo; 4 Zanetti, 19 Cambiasso, 14 Guarin; 11 Alvarez, 10 Sneijder; 22 Milito.

DIEGO ALBERTO MILITO

Le braccia larghe, i pugni stretti e il grido di gioia verso i compagni. Quante volte lo abbiamo visto così Diego Milito? Le sue esultanze hanno accompagnato momenti unici della nostra storia: la prima è stata proprio in un derby, quello del 4-0 dell’agosto 2009. Una sfida che racconta le radici di quella che qualche mese dopo sarebbe stata la squadra Campione d’Europa e poi del mondo, l’Inter del Triplete.

Anche per Diego quello era l’inizio di tutto: il suo primo derby, il suo primo gol con la maglia dell’Inter. Prima di segnarlo Milito mostra un’anteprima di quello che avrebbe regalato ai tifosi nell’immediato futuro e da perfetto uomo-squadra manda in porta Thiago Motta per il gol del vantaggio dopo un triangolo perfetto con Eto’o. E poi...la gioia del primo gol, segnato dal dischetto, la prima esultanza e ancora un’altra istantanea perfetta della sua capacità di lettura e visione di gioco: la palla dentro per la rete di Maicon. Al ritorno segna ancora, aprendo la stracittadina con il sinistro che gonfia la rete per l'1-0. Difficile dimenticare la precisione di quella palla che accarezza il palo prima di entrare in porta per decidere la vittoria del gennaio 2012, giusto qualche mese prima della partita che gli permetterà di diventare anche il Principe della stracittadina: il 4-2 in cui si impone come assoluto protagonista con una tripletta.

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San Siro è un'emozione
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Week end di esordio stagionale nella Serie A Femminile 2023/24 per le Inter Women. Per l’occasione abbiamo incontrato Agnese Bonfantini, attaccante di tecnica, energia e puro istinto.

COSA RAPPRESENTA IL CALCIO NELLA TUA VITA?

Il calcio per me rappresenta quella cosa in cui riesco ad esprimere me stessa, lo sport ha questa magia meravigliosa... quando entro in campo uso molto l’istinto, anche nei gol, ma prima di giocare mi preparo, ragiono molto e visualizzo le azioni che dovrò fare.

ISTINTO E DETERMINAZIONE. SONO QUESTE LE CARATTERISTICHE CHE TI HANNO PORTATA QUI OGGI?

Il calcio ha sempre fatto parte della mia vita, mia mamma mi dice che quando ero molto piccola e non c’era in giro un pallone giocavo con i sassolini, è una passione che ho sempre avuto nel sangue. Ho provato con la pallavolo perché faccio parte di una famiglia di pallavolisti ma ho capito subito che la mia strada sarebbe stata un’altra e l’ho seguita.

CHE EFFETTO FA TORNARE ALL’INTER, DOVE HAI COSTRUITO LE TUE BASI?

Tornare a casa è sempre bello, sono molto felice per la fiducia che mi è stata data, sono cresciuta all’Inter e quindi non potevo scegliere squadra migliore.

 

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