Personalità, fisico, capacità di impostazione e tanta determinazione. Yann-Aurel Bisseck unisce testa, prestanza fisica e un’innata predisposizione a raggiungere traguardi importanti grazie alle sue doti e a tanto impegno:

«Da piccolo mi piaceva molto studiare, soprattutto biologia, mi impegnavo molto per diventare dottore un giorno, il calcio è sempre stato una passione. Il momento di svolta nella mia vita è arrivato a 16 anni. Quando il mio allenatore mi ha chiamato in Prima Squadra mi sono reso conto di poter diventare un calciatore professionista, è stato un momento importante. La prima partita in Prima Squadra non la dimenticherò mai, lo stadio pieno, il calore dei tifosi, è stato come vivere un sogno. Mancavano pochi giorni al mio 17esimo compleanno ed è stato un momento davvero importante perché è lì che è partita la mia carriera».

Dopo il Colonia, il trasferimento all’Holstein Kiel, al Roda Kerkrade e al Vitoria Guimaraes prima della svolta all'Aarhus, in Danimarca dove Bisseck esplode, prima dell’arrivo in nerazzurro:

«L’Inter è uno dei più grandi Club del mondo, fino a due anni fa non avrei pensato di giocare in una società così grande, è stato un sogno che si è realizzato. La mia filosofia è che bisogna godersi ogni partita, giocare davanti ai tifosi interisti che riempiono lo stadio ogni partita è un privilegio, qualcosa che ogni giocatore vorrebbe vivere e questa per me è la vera motivazione per dare sempre il massimo».

Umiltà, determinazione, perseveranza, talento: le parole care al numero 31 nerazzurro che ritraggono anche i profili di grandi leggende interiste:

«L’Inter ha avuto una lunga serie di giocatori incredibili nella sua storia. Se devo sceglierne uno dico Samuel Eto’o, per le sue origini camerunesi e per quello che ha fatto e al secondo posto metto il “Principe” Diego Milito».

26/11/2017

Il mio debutto in Prima Squadra nel match contro l'Hertha Berlino. Mancavano pochi giorni al mio 17esimo compleanno ed è stato un momento davvero importante perché è lì che è partita la mia carriera

04/04/1999

La data di nascita di mia sorella, è la persona a cui sono più legato, non saprei vedere la mia vita senza di lei, siamo veramente uniti. È la mia persona speciale.

10/06/2017

È una bella data per me, il giorno in cui mi sono diplomato. Ho finito in anticipo la scuola e grazie a questo sono riuscito ad allenarmi con la Prima Squadra in modo costante. È stato bellissimo raggiungere questo obiettivo con gli studi ed è stato fondamentale per costruire la mia carriera da professionista.

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Ogni volta che riguardo le immagini delle partite torno indietro nel tempo...ho sempre cercato di onorare la maglia dell’Inter, ho dato sempre tutto me stesso

FRANCESCO MORIERO

«Sono passati tanti anni ma l’amore che mi lega a questi colori e ai tifosi nerazzurri è lo stesso: incondizionato. All’Inter ho vissuto momenti indimenticabili, l’emozione più grande è stata quella di alzare la Coppa Uefa a Parigi, mentre il gol che vorrei rivivere è sicuramente quello in rovesciata a Neuchâtel Xamax, sempre in Coppa Uefa...penso sempre a cosa sarebbe successo se lo avessi segnato a San Siro».

Doppio ex della sfida, Moriero ha cominciato nella sua città, Lecce:

«Lecce e Milano hanno avuto un ruolo importante nella mia vita. L’Inter è la società che mi ha consacrato come calciatore, mi ha portato nel calcio che conta e mi ha fatto vivere momenti calcistici indimenticabili. Lecce è la mia città, dove vivo e dove ho iniziato la mia carriera. Mi piace molto seguire questa Inter, è una squadra molto forte, completa in tutti i reparti ed esprime un grande calcio. Oltre a Lautaro Martinez, il giocatore che mi ha impressionato di più oltre è Dimarco, credo che negli anni sia migliorato tantissimo».

Determinazione, talento, sacrificio, corsa e grandi campioni con cui condividere il campo: le istantanee della carriera di Moriero riflettono tutta la sua passione.

«Il calcio è la mia vita, mi ha reso un uomo migliore. Ho avuto il piacere di giocare con tantissimi campioni, da Ronaldo il Fenomeno a Baggio, da Recoba a Totti e quello che ci univa era la voglia di vivere il calcio in maniera spensierata e di far divertire i tifosi con le nostre giocate. Oggi che alleno cerco di trasmettere tutti i valori che ho assorbito nel tempo. Questo sport mi ha insegnato che non basta essere bravi con i piedi, devi rimanere umile, essere corretto in campo ed un esempio per i più giovani»

San Siro è un'emozione
unica al mondo.
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INTER-LECCE STORY: RICONOSCI I TITOLARI DI QUESTA PARTITA?

2005/06 | INTER-LECCE 3-O

Marcatori: 25' Martins, 29' Stankovic, 39' st Cruz

INTER: 12 Julio CEsar; 13 Zè Maria, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 16 Favalli; 7 Figo (33 st 6 C.Zanetti), 14 Veron, 19 Cambiasso, 5 Stankovic; 10 Adriano (40' st 8 Pizarro), 30 Martins (35' st 9 Cruz)

100 partite con la maglia dell'Inter tra Serie A e Coppa Italia. Marta Pandini ha da poco raggiunto un importantissimo traguardo in nerazzurro: la sua storia è fatta di passione e tanto lavoro:

«Gli aggettivi che mi potrebbero descrivere sono altruista, razionale e attenta. Sono una calciatrice duttile e mi piace intraprendere ruoli diversi, penso sia un’opportunità anche sotto l’aspetto tattico. Il mio sogno è partito da lontano e l’ho coltivato giorno dopo giorno semplicemente giocando a calcio. Per me la squadra è fondamentale, è uno dei valori più importanti che mi ha trasmesso il calcio».

COSA RAPPRESENTA L’INTER PER TE?

«Per me l’Inter è una famiglia, significa essere a casa, non da intendere come una zona di comfort, ma come senso di appartenenza, forza del gruppo. In questa società hanno giocato grandissimi campioni, se devo sceglierne uno dico Zanetti, mi ha colpito per come ha sempre gestito il gruppo da capitano e per la sua umiltà».

100 PARTITE CON LA MAGLIA DELL'INTER TRA SERIE A E COPPA ITALIA: LA SFIDA PIÙ EMOZIONANTE?

«Ho dei ricordi bellissimi della partita di Coppa Italia a Lecco contro la Juventus, nonostante il pareggio finale ingiusto è stata una bellissima partita per l’atmosfera e il tifo che c’era».

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23/12/2023

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