«Scendere in campo con questa maglia è un onore, il calcio regala emozioni uniche»

Esordisce così Stefan de Vrij, all’inizio della sua quinta stagione in nerazzurro, con lo stesso spirito e lo stesso entusiasmo mostrato nell’estate del 2018, quella del suo arrivo a Milano. Appassionato di calcio fin da quando ne ha memoria, il difensore olandese raccontando la sua infanzia disegna le linee del campo da calcio vicino alla casa della sua famiglia.

«Un campetto in cui giocavo sempre, ho ricordi bellissimi. Lì è nata una passione che ancora oggi, ogni volta che gioco, mi regala sensazioni incredibili».

Cresciuto calcisticamente nel Feyenoord, Stefan ha affermato il suo talento grazie ad un mix di intelligenza, tecnica e determinazione:

«La partita che più mi ha emozionato rimane quella contro la Spagna ai Mondiali, nel 2014. Era la prima partita a livello mondiale per me, nel primo tempo ho causato un rigore, ero molto giovane, poi nella ripresa ho segnato e abbiamo vinto 5-1, è andata molto bene anche a livello di testa.

Il gol nerazzurro che mi ha fatto più esultare è quello del derby vinto 4-2 nel 2020, mentre per l’assist dico quello per Lautaro nella sfida contro il Borussia Dortmund.

Dell’Inter ho ammirato molti giocatori ma se devo sceglierne uno allora non posso che dire Ronaldo, un calciatore unico, non serve neanche spiegare il perché». E se si esce dal campo di calcio? C'è la musica, sulle note di "Under the bridge" dei Red Hot Chili Peppers e altri campioni di riferimento «Djokovic lo è sicuramente, per quanto è forte e per la sua personalità».

2009

Dopo tutta la trafila delle giovanili, il 6 dicembre del 2009 ho esordito con il Feyenoord: è stato un momento importante, un obiettivo per cui avevo lavorato tanto e che mi ha regalato un’emozione unica.

2021

L’anno dello Scudetto nerazzurro, è il primo trofeo con l’Inter e ovviamente è stato bellissimo.

2023

È un anno che deve ancora finire ma che mi ha regalato la gioia più bella, la nascita di mio figlio

QUANTE NE SAI SU DE VRIJ?

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LEGEND NERAZZURRA

MIGLIOR ASSIST

IM NIKE STADIUM MEN'S HOME JERSEY 2023/24

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ADRIANO LEITE RIBEIRO

Il calcio è stato - ed è - tutto nella mia vita.

Potenza, tecnica, fisico, istinto... e tanto talento. La storia di Adriano parte da lontano, dalle giornate trascorse a calciare il pallone a Vila Cruzeiro: minuti che diventavano ore e poi si trasformavano in giorni e in un’intera infanzia...

«Per un ragazzo nato in una favela certe cose possono sembrare impossibili. Io grazie al calcio ho potuto dare una vita migliore alla mia famiglia, ho potuto girare il mondo...è stato tutto nella mia vita».

Passione, riscatto, futuro: a volte un pallone può celare significati profondi e cambiare destini. A volte, semplicemente, la forza e il talento sono in grado di tracciarlo un destino, disegnando percorsi incredibili, come quello che ha portato Adriano all’Inter. Un viaggio sognato da sempre e subito un gol per presentare ai suoi nuovi tifosi le speranze e la passione di una vita intera...

«Ho vissuto tanti momenti bellissimi qui, se chiudo gli occhi il gol che rivedo è quella punizione al Bernabeu del 14 agosto 2001, dicono che quella palla andasse a 170 all’ora... È indimenticabile per me, così come la rete nella finale della Copa America del 2004 contro l'Argentina: quel gol segnato al 93’ ci ha permesso di pareggiare e poi vincere ai rigori e rimane un ricordo indelebile»

In questi gol c’è tutta la storia di Adriano, quel sinistro allenato per le strade di Vila Cruzeiro e capace di incantare, quella potenza in grado di lasciare senza fiato e di fare innamorare tutto il popolo nerazzurro: «L’Inter fa parte della mia vita, è la mia famiglia, un Club che amo e sostengo sempre». 

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Indossare questa maglia è un grandissimo orgoglio...

Portiere serbo classe 2000, Sara Cetinja è uno dei nuovi volti dell’Inter di Rita Guarino. L’abbiamo incontrata per conoscere meglio la sua storia.

QUANDO HAI DECISO CHE IL TUO FUTURO SAREBBE STATO IN PORTA?

In realtà ho iniziato a giocare in diversi ruoli, a centrocampo e anche come attaccante. Quando mi sono spostata in porta però ho capito che quello sarebbe stato il mio futuro. Mi definisco un portiere moderno, aver giocato anche in altri ruoli mi ha aiutato molto in questo: mi piace partecipare al gioco della squadra e questo mi aiuta a fare sempre di più.

C’È UN GIOCATORE DELLA STORIA DELL’INTER CHE HAI AMMIRATO O SEGUITO IN MODO PARTICOLARE?

Dejan Stankovic e con lui tutta la squadra del Triplete. Li ho seguiti molto, poi Deki è una leggenda serba e dell’Inter, mi è sempre piaciuto molto.

E UN CAMPIONE SPORTIVO A CUI SEI LEGATA?

Seguo molto il tennis, Djokovic per me è un riferimento molto importante perché ha tanta forza mentale

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