A volte capita che il destino incontri del talento, tanta passione e un’incredibile determinazione. In quel momento nasce qualcosa di speciale. La storia di Nicolò Barella ha tutti questi elementi e comincia con un bambino ammaliato dal pallone e deciso a scoprirne tutti i segreti e a farlo diventare il suo migliore amico:

«Ho cominciato a giocare a calcio a tre anni e mezzo, ai tempi si iniziava verso i cinque, sei anni e i miei genitori mi hanno sempre raccontato un aneddoto che riguarda l’inizio di tutto. Anche se ero molto piccolo, visto che il campo di calcio era di terra battuta, gli allenatori dell’epoca avevano detto alla mia famiglia di portarmi, che sarei rimasto a giocare con i mucchietti di sabbia e invece...ero sempre lì con gli occhi fissi sull’allenatore, attento ad ascoltare tutto quello che diceva. È una cosa che racconterò ai miei figli per far capire loro che la passione è la prima cosa e che bisogna sempre impegnarsi, stare sul pezzo e concentrati per andare dritti verso i propri obiettivi».

Intenso, presente in ogni zona del campo e sempre pronto a macinare km. Barella di strada ne ha percorsa tantissima e oggi conquista gli applausi dei tifosi grazie alle sue giocate e alla generosità che dimostra in campo:

«Recuperare un pallone per me è sempre stato come fare un gol, mi ha sempre stimolato, un po' come dare una bella palla e vedere un mio compagno andare in porta. L’esperienza e giocare partite importanti mi ha aiutato a crescere e a vivere tutto con più tranquillità rispetto al passato. Per me la squadra è la cosa più importante ed è quella che spinge tutti noi a dare il meglio, come il voler ricambiare l’affetto dei tifosi e rendere orgogliosa la mia famiglia».

2016

L’anno più complicato che ho vissuto da calciatore ma anche quello che mi ha fatto più crescere. Per la prima volta sono andato via di casa per trasferirmi al Como in prestito. Lì ho iniziato la convivenza con mia moglie ed è stato il momento in cui ho capito che sarei potuto diventare un calciatore ad alti livelli.

2017/2019/2021

Le date di nascita delle mie tre bambine, ciò che di più bello ho fatto nella mia vita e che mi rende più felice e orgoglioso.

01/07/2018

Il giorno in cui ho sposato mia moglie: il momento più bello dopo la nascita delle nostre figlie.

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IL TRE

Il Tre (nome d’arte di Guido Senia) è un concentrato di energia, talento e di diverse passioni. Il richiamo della musica ha prima segnato e poi cambiato la sua vita facendogli intraprendere un percorso che l’ha portato ad essere uno degli artisti di riferimento del panorama hip-hop italiano, un successo certificato anche dall’ultimo album “Invisibili” e dal palcoscenico di Sanremo. Tra i “fari” della sua vita, c’è sicuramente la sua famiglia e proprio qui è nata un’altra delle sue passioni, quella per il calcio e in particolar modo per l’Inter:

«Mio papà è un tifoso nerazzurro sfegatato. Fin da piccolo ho visto tutte le partite con lui e mi ha trasmesso questa passione. Per me l’Inter è un momento familiare in cui ci ritroviamo attorno a un divano a vedere le partite insieme, condividendo emozioni e qualche rito scaramantico...».

Dal palco di Sanremo a quello allestito in grande per Inter-Atletico: proprio in occasione del successo di Champions League ci siamo fatti raccontare cosa si prova da entrambe le parti:

«Sicuramente l’emozione è ciò che accomuna stare sul palco come artista ed essere allo stadio ad assistere da spettatore a un big match dell’Inter. Forse la differenza è che sul palco c’è sempre un po’ di sana tensione, per cui mi preparo al meglio perché voglio che il pubblico possa divertirsi e apprezzare la mia musica al massimo, quando sono allo stadio invece mi godo lo spettacolo e mi rilasso».

Dalla musica al calcio, sono diversi gli “artisti” nerazzurri apprezzati tra passato e presente:

«Difficile dirne uno solo, conosco bene Alessandro Bastoni e lo apprezzo tantissimo ma questo gruppo ha tanti fuoriclasse, da Barella a Lautaro, da Calha a Thuram, siamo una squadra unita e con tanti talenti. Parlando dei giocatori del passato sicuramente Zanetti è quello che mi ha trasmesso più emozioni ma con lui anche tanti altri campioni di quella squadra, da Milito, a Sneijder a Eto’o».

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INTER-ATALANTA STORY: RICONOSCI I TITOLARI DI QUESTA PARTITA?

1998/99 | INTER-ATALANTA 4-0

Marcatori: 65' Moriero, 74' Kanu, 77' Ronaldo, 88' Cauet

INTER: 1 Pagliuca; 16 West, 2 Bergomi, 33 Colonnese; 17 Moriero, 15 Cauet, 40 Sousa, 14 Simeone, 4 Zanetti; 10 Ronaldo, 9 Zamorano

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Quando il calcio è più di un lavoro, quando la passione supera ogni ostacolo...

Classe 1994, Lina Magull ha portato in nerazzurro classe, tecnica, leadership ed esperienza internazionale conquistando il premio di calciatrice del mese di gennaio dell'AIC grazie alle sue prime uscite con la maglia dell'Inter. La sua storia parte da lontano, in una famiglia appassionata di questo sport e in una città, Dortmund, in cui il calcio si respira anche per strada.

«Ho iniziato a giocare con mio fratello: giocavamo ovunque, in casa, per strada, in campo...Ho capito molto presto di amare questo sport. Ho lavorato duramente e credo che la svolta sia arrivata a 17 anni quando ho fatto il mio esordio da professionista al Wolfsburg. Ho conosciuto persone che hanno creduto in me e altre no ma questo mi ha spinto a migliorare ancora di più. Sono diversi gli obiettivi di cui vado orgogliosa, dai successi nella UEFA Women's Champions League al fatto di aver giocato più di 75 partite con la Nazionale».

Dopo il Wolfsburg, il passaggio al Friburgo prima dell’approdo al Bayern Monaco dove nella stagione 2022/23 vince un altro campionato, il quarto personale.

«Lavoro duramente per migliorarmi sia tecnicamente che fisicamente, sono cresciuta molto nelle ultime stagioni, ho affinato qualità come tecnica, intensità e creatività sul campo. Quello che mi spinge a dare il meglio è giocare per la squadra. Mi piace aiutare le mie compagne e quando ho la palla creare occasioni in area avversaria, essere pericolosa con gol o assist. Credo che sia necessario avere la giusta motivazione per vincere qualcosa e lavorare tutti per lo stesso obiettivo, per questo amo il gioco di squadra, perché ci sono persone che sono sempre pronte ad aiutarti e motivarti a dare il meglio. Il calcio è fantastico per questo».

Diversi i modelli di riferimento:

«Messi, un giocatore speciale e Nadine Keßler, che è stata capitano nel Wolfsburg e oggi lavora nella UEFA e ha fatto molto per la crescita del calcio femminile. Di questa Inter invece mi piace molto Barella, è ovunque nel campo, corre tantissimo e ha una grande tecnica».

MATCHDAY PROGRAMME N.17

28/02/2024

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