Concreto e decisivo, Yann Sommer ha seguito fin da bambino il sogno di vestire i guantoni e difendere la porta. In vista del match di UEFA Champions League contro l’Arsenal, il portiere svizzero ci ha raccontato le sue passioni, la sua storia e cosa significa per lui vestire la maglia nerazzurra:
"Per me l’Inter è una squadra speciale, il primo anno con questi tifosi e con quello che abbiamo fatto è stato fantastico. Siamo un gruppo forte, siamo tutti grandi professionisti ma ci divertiamo anche tanto insieme. Nel mio ruolo da dietro vedo tutte le situazioni e cerco di aiutare i miei compagni e di dare il massimo, nelle parate e nella costruzione del gioco".
Concreto e decisivo, Yann Sommer ha seguito fin da bambino il sogno di vestire i guantoni e difendere la porta. In vista del match di UEFA Champions League contro l’Arsenal, il portiere svizzero ci ha raccontato le sue passioni, la sua storia e cosa significa per lui vestire la maglia nerazzurra:
"Per me l’Inter è una squadra speciale, il primo anno con questi tifosi e con quello che abbiamo fatto è stato fantastico. Siamo un gruppo forte, siamo tutti grandi professionisti ma ci divertiamo anche tanto insieme. Nel mio ruolo da dietro vedo tutte le situazioni e cerco di aiutare i miei compagni e di dare il massimo, nelle parate e nella costruzione del gioco".
SCOPRI LA EVERYDAY COLLECTION
Chi ti ha trasmesso la passione per il calcio?
«Mio papà era portiere e quando ero piccolo a casa guardavo sempre i suoi guantoni...non ci ho mai pensato molto, ho sempre amato il calcio, giocare con i miei amici e stare in porta. Mio padre è stato un’ispirazione nel calcio e nella vita. Oltre a lui mi hanno colpito tanti giocatori, quelli che lasciano tutto sul campo, che giocano per pura passione».
LA PARATA SCUDETTO
Un momento che ricorderò per tutta la vita, abbiamo festeggiato dopo una stagione durissima e bellissima in cui abbiamo giocato veramente forte.
LA FAMIGLIA
Le mie due figlie e mia moglie sono la mia vita, quello che sono diventato oggi è anche merito loro.
L'INTER
Giocare in un grande Club come l’Inter è sicuramente qualcosa che mi rende orgoglioso e che mi ha già fatto vivere momenti speciali
LA PARATA SCUDETTO
Un momento che ricorderò per tutta la vita, abbiamo festeggiato dopo una stagione durissima e bellissima in cui abbiamo giocato veramente forte.
LA FAMIGLIA
Le mie due figlie e mia moglie sono la mia vita, quello che sono diventato oggi è anche merito loro.
L'INTER
Giocare in un grande Club come l’Inter è sicuramente qualcosa che mi rende orgoglioso e che mi ha già fatto vivere momenti speciali
FOCUS AVVERSARI: L'ARSENAL
La squadra di Arteta: caratteristiche, punti di forza, giocatori da tenere d'occhio
A San Siro i nerazzurri di Simone Inzaghi ospitano i ‘Gunners’ di Mikel Arteta in quello che si prospetta un confronto stellare tra due delle squadre con la miglior proposta di gioco in Europa. Inter e Arsenal, si sono affrontate soltanto due volte in gare ufficiali, in occasione della fase a gironi della Champions League 2003/04.
Reduce da un secondo posto in Premier League nella passata stagione con annessa uscita ai quarti di finale di Champions contro il Bayern Monaco, l’Arsenal può contare su una rosa tra le migliori in Europa, con una perfetta combinazione di fisicità, atletismo e doti tecniche. Il calcio proposto da Arteta, che a curriculum può contare su un’esperienza da vice di Guardiola al Manchester City, è fluido e con pochi punti di riferimento. Il tecnico spagnolo richiede ai suoi giocatori di andarsi a prendere la palla e gestirla mantenendo il possesso palla, per poi smistarla nel modo più veloce ed efficiente possibile.
Arteta ha plasmato la squadra optando per giocatori dotati di grande corsa, qualità tecnica e capacità di ricoprire più posizioni in campo nel corso dei novanta minuti, tutti fattori che permettono all’Arsenal di schierarsi bene in campo contro qualsiasi avversario. Quello tra l’Inter e l’Arsenal sarà un confronto tra due squadre che per filosofia cercheranno di tenere il pallino del gioco, entrambe le squadre sono in grado di tessere trame di gioco elaborate, con scambi di posizione e passaggi rapidi e precisi per creare spazi.
FLUIDITÀ, TECNICA E ATLETISMO
Il sistema di gioco architettato da Mikel Arteta è un 4-2-3-1 che nel corso del match può trasformarsi in un 4-4-2. Dopo aver affrontato la difesa del Manchester City, l’Inter si troverà davanti un’altra squadra dall’assetto difensivo molto simile: i ‘Gunners’ infatti propongono in difesa quattro difensori centrali fisici, alti (il più basso, Timber, è 1,80m) e bravi a gestire il pallone, sia in disimpegno che nell’impostazione del gioco. William Saliba e Gabriel Magalhães sono la coppia centrale, due pedine aggressive, in grado di tener spalla in velocità a qualsiasi avversario, oltre che esser due grandi pericoli sui calci piazzati.
I due esterni, White o Partey a destra e Timber a sinistra, oltre che difensivi, hanno anche compiti di accentramento e supporto nell’impostazione del gioco. Partey, anche quando schierato nei due di centrocampo, è richiamato a scalare nella posizione di terzino destro in fase di non possesso. Di tutta la linea difensiva, l’elemento con le doti più simili a quelle di un centrocampista è l’ex Ajax Jurrien Timber, pedina che nel corso del match svolge un ruolo di accompagnamento alla manovra che lo vede spesso spingersi anche fino alla trequarti. Arteta chiede questo ai suoi difensori, in modo analogo al lavoro che svolgono Pavard, Bisseck e Bastoni sotto le indicazioni di Inzaghi.
Con Calafiori e Rice rimasti a Londra per infortunio, il tecnico spagnolo avrà due giocatori vitali in meno, elementi che incarnano alla perfezione le richieste di gioco dell’allenatore. A gara in corso potrebbe trovare spazio anche Zinchenko, un altro esterno molto forte tecnicamente che converge al centro del campo in fase di impostazione. Arteta chiede ai suoi giocatori di attaccare ad ondate, mettendo pressione con cinque o sei giocatori che nello stesso momento trovano posizione nella trequarti avversaria.
La ricerca di giocatori con queste caratteristiche è stata estesa anche al centrocampo, dove, con l’assenza di Rice, potrebbe trovare spazio Mikel Merino, arrivato dalla Real Sociedad in estate. Merino può giocare da centrale di centrocampo nel 4-4-2, sempre da centrale nel 4-2-3-1 e da trequartista nel 4-2-3-1. Lo spagnolo è un centrocampista molto versatile, contenitivo in fase difensiva ma anche di possesso e con una presenza importante nella trequarti e sui calci piazzati.
A disposizione anche Jorginho, un equilibratore che potrebbe tornare utile vista l’assenza di Declan Rice, ed Ethan Nwaneri, prodotto dell’Hale End (l’Academy dell’Arsenal), che, nonostante sia nato nel 2007, sta già trovando spazio con la Prima Squadra (cinque presenze ed un gol, in Carabao Cup, in stagione). Nwaneri è un talento cristallino, di grande qualità, che può regalare ad Arteta nuove soluzioni nel corso del match.
Dalla metà campo in giù i ‘Gunners’ hanno un pacchetto di altissimo livello, con giocatori di livello mondiale che lavorano all’unisono con grande ritmo ed equilibrio, lasciando agli avversari pochissimi punti di riferimento, sfidandoli a stare al passo sia fisicamente che tecnicamente.
UN ATTACCO DA CAPOGIRO
La stella assoluta della squadra e altro prodotto del settore giovanile dei ‘Gunners’ è Bukayo Saka, reduce da una stagione 2023/24 con 34 tra gol e assist realizzati e fresco di un 21esimo posto al Pallone d’Oro. Saka gioca sulla corsia destra, è mancino e per tutto il corso del match punta direttamente l’avversario nel tentativo di creare buchi sulla fascia con i suoi dribbling e la sua velocità: l'esterno inglese è estremamente forte tecnicamente ed è tanto efficace nel rientrare sul piede forte agendo centralmente quanto nel puntare la linea di fondo e giocare con il destro.
Il lavoro svolto da Kai Havertz nelle zone centrali calza a pennello con le caratteristiche di Saka e degli altri esterni, Gabriel Martinelli e Leandro Trossard. Havertz è uno degli attaccanti più dominanti d’Europa nel gioco aereo e tende per caratteristiche naturali ad abbassarsi nella trequarti per creare spazio a Martinelli, Trossard e Saka: tutti e tre sono efficaci nella conclusione in porta e regalano all’Arsenal infinite soluzioni offensive. Se Martinelli è un giocatore più impulsivo e dotato fisicamente che fa molto affidamento all’uno contro uno e Trossard è una pedina più tecnica ma estremamente decisiva in area di rigore, Saka combina tutte queste caratteristiche in un giocatore solo, dichiarandosi come pericolo numero uno.
Oltre ad Havertz, che nel corso della sua carriera è passato da occupare una posizione più da numero dieci al Bayer Leverkusen e nei primi tempi al Chelsea, si è successivamente rivelato più efficace da numero 9, seppur atipico, non possedendo la cattiveria agonistica e il fiuto per il gol di un numero nove tradizionale. Havertz svolge però compiti fondamentali per Arteta, in quanto la sua tecnica gli permette di essere particolarmente coinvolto nelle manovre offensive e nel gioco, mettendo in mostra anche altruismo e spirito di sacrificio che lo vedono spesso fare un passo indietro al fine di creare spazio per le altre pedine offensive. In area di rigore Havertz è molto lucido nell’ultimo passaggio ed è molto efficace di testa, così come in fase di conclusione, sia con il destro che con il sinistro.
A partita in corso Arteta potrebbe optare anche per altri due giocatori di alto livello: Gabriel Jesus e Raheem Sterling. Nessuno dei due ha bisogno di presentazioni, entrambi sono tra i giocatori più prolifici della Premier League negli ultimi anni, con Jesus che potrebbe regalare nuova linfa grazie alla sua tecnica e capacità di crearsi lo spazio per concludere in area di rigore con Sterling che può invece incidere a partita in corso con la sua velocità e capacità di saltare l’uomo.
È alla prima convocazione dopo uno stop per infortunio Martin Odegaard, capitano reduce da un 19esimo posto al Pallone d’Oro. Il norvegese occupa solitamente la posizione di trequartista nel 4-2-3-1 e con la sua visione di gioco e lucidità in fase di conclusione ha un ruolo fondamentale nella formazione di Arteta. I ‘Gunners’ recuperano il pallone rapidamente, pressano alto e chiedono la sfera per comandare la partita e impostare il loro ritmo, solitamente molto alto.
L’Arsenal è una squadra con caratteristiche simili all’Inter per tecnica, qualità e stile di gioco, proprio per questo quella tra la squadra di Arteta e quella di Inzaghi si prospetta una sfida di altissimo livello con una proposta di calcio tra le migliori che calcio europeo possa offrire.
QUIZ | INTER-ARSENAL
Inter e Arsenal si sono affrontate solo una volta nella propria storia, nel doppio confronto del girone di UEFA Champions League 2003/2004. Il 17 settembre, nello storico impianto di Highbury, l'Inter si impose 3-0 con i gol di Cruz, Van der Meyde e Martins. Una partita leggendaria, ricordata per il fantastico gol di Van der Meyde e anche per la super prestazione di Francesco Toldo, che parò un rigore a Thierry Henry. Due mesi più tardi il ritorno a San Siro, con un netto successo della squadra inglese: 1-5 (gol di Vieri per l'Inter, doppietta di Henry e gol di Ljungberg, Edu e Pires per i londinesi). Nel nostro Guess Who l'esultanza di Martins insieme a...Marco Materazzi!
"Ricordo bene quando ho firmato con l’Inter, era il 2001 e poi questo Club è diventato la mia casa sportiva, dove ho iniziato una storia bellissima. In quell'anno c'erano giocatori come Zanetti, Cordoba, Toldo che come me hanno vissuto gioie e anche sconfitte per poi arrivare a vincere tutto".
Marco Materazzi
MARIE DETRUYER
Marie Detruyer, centrocampista belga classe 2004, da questa stagione è in forza all’Inter Women di mister Piovani. Giocatrice di grande tecnica e determinazione, ci ha raccontato la sua filosofia di calcio e i momenti più importanti della sua carriera:
«Giocare a calcio è qualcosa che mi rende felice. Rappresenta una grande parte della mia vita, è ciò che mi ha portata qui in Italia e all’Inter. Questo Club significa il raggiungimento di un obiettivo importante».
Hai tagliato tanti traguardi: qual è stato per adesso quello più importante?
«Penso che sia stato il mio arrivo qui, è stato un raggiungimento molto importante, qualcosa che mi rende orgogliosa. Oltre a questo, gli Europei Under 19 e anche la mia prima presenza con la prima squadra della nazionale del Belgio».