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Corre da una parte all'altra del campo, sventola la maglia nerazzurra come una bandiera. Urla tutta la sua gioia, grida assieme al popolo nerazzurro. Dall'altra parte del mondo o a San Siro, non cambia nulla. L'Inter non ha confini, in campo e fuori. L'Inter è speciale, l'Inter è unica. Lautaro è il nostro capitano, è il numero 10, è l'ultimo ad arrendersi, anche nelle partite più sporche. Al minuto 91 segna, finalmente. Poi corre dalla parte opposta del campo, corre a prendersi l'abbraccio dei tifosi arrivati da Milano. Poi torna al centro del campo, dove può alzare il trofeo: sì, la Supercoppa è nostra, la Supercoppa torna in Italia con l'Inter. Ancora noi, ancora con un trofeo. 1-0, un gol nel recupero: per il terzo anno consecutivo la squadra nerazzurra solleva la Supercoppa Italiana, l'ottava nella storia del Club.
Si fa la storia. Anche stavolta, ancora con un brivido lungo e un urlo liberatorio. Noi siamo l'Inter, risuona a Riyadh e nelle case di milioni di interisti. Che bello, vincere. Che bello sollevare trofei, sudare fino all'ultimo minuto e poi correre, tutti insieme, come amici, come una famiglia, dai propri tifosi. Luccica, la Supercoppa. Luccica e come nella passata stagione inaugura l'anno nel migliore dei modi, con un abbraccio trasversale, da Milano a Riyadh.
IL VIAGGIO DELLA SUPERCOPPA: There's a new passenger on board
La festa dell'Inter, dopo il trionfo di Riyadh, è proseguita sul volo Qatar Airways che ha accompagnato la squadra a Milano
IPSE DIXIT: LA GIOIA DEI NERAZZURRI
«Sono molto contento anche perché sono arrivato qui per vincere trofei. Abbiamo vissuto tante emozioni, ora andiamo avanti verso il prossimo obiettivo. Vedere qui tanti tifosi è stato bellissimo, questa vittoria è anche per loro».
Benjamin Pavard
«Sono molto orgoglioso e contento perché oggi era un obiettivo per la nostra stagione, una grande opportunità. Abbiamo fatto una grande gara contro la Lazio, dovevamo ancora fare il nostro lavoro. Abbiamo faticato, ma l'abbiamo portata a casa per il terzo anno consecutivo. Sono orgoglioso di questa squadra, al gol ero troppo emozionato: è stato un momento unico».
Lautaro Martinez
«Ai miei ragazzi faccio i complimenti, sono soddisfatto. Un grande merito ai nostri tifosi che hanno affrontato un lungo viaggio e volevamo condividere con loro questo trionfo».
Simone Inzaghi
«Una serata di grandissime emozioni. È sempre bello vincere un trofeo e scrivere la storia. Siamo un bel gruppo e siamo davvero contenti. Abbiamo tanta fame ancora e voglia di continuare a vincere».
Stefan de Vrij
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Ti aspettiamo!
DIARIO DA RIYADH
EPISODIO 1
La più vicina e la più lontana. We are never away, anche quando i chilometri da fare, per te, sono tanti. Non giochiamo mai in trasferta. Sabato a Monza, anche in motorino, per il percorso più breve: casa-stadio, un lampo. Oggi l’aereo, per il volo più lungo: accompagnati da Qatar Airways per la trasferta più lontana, quella che ci terrà più giorni via dalla nostra Milano.
Tutte le storie sono storie d’amore. E di amicizia. Anche questa, che si colora, nuovamente, delle sfumature di Riyadh. Questa andata è anche un ritorno. Un anno fa, in Arabia Saudita, in questa stessa città, iniziava il nostro incredibile 2023. Iniziava con un derby, con un 3-0 bellissimo, con la Supercoppa italiana festeggiata con i nostri tifosi.
I raggi di un sole bello e tiepido filtrano dai finestrini e accompagnano la squadra in questo ennesimo viaggio: c’è profumo di gruppo, di famiglia. L’ha detto anche Hakan Calhanoglu, dopo Monza-Inter. I gesti, le consuetudini, sono quelle delle tante trasferte insieme. Anche oggi, quando il tempo da passare in volo è quasi doppio rispetto al solito.
Cinque ore per volare da Milano a Riyadh, per attraversare un ponte che divide in due la nostra stagione. Da domani inizia l’ennesimo conto alla rovescia, che scorrerà tra le strade di Riyadh, su terreni di gioco che per qualche giorno saranno la nostra casa lontano da casa.
Il sole ci ha salutati appena lasciato il Mar Mediterraneo. È notte, ora. Ad accoglierci le luci regolari e geometriche di una città che ormai conosciamo bene.
Riyadh, siamo arrivati.
EPISODIO 2
Gli occhi sono neri, vispi, pieni di attesa. Si muovono veloci, vedono tante magliette, percepiscono che attorno sta per succedere qualcosa. Il cerchietto rosa tradisce l'età: tre anni e mezzo. Eppure l'emozione è la stessa di papà Sofian. Ghazal ha un curriculum già importantissimo: sei presenze a San Siro per tifare Inter. E il primato di tifosa più giovane ad accogliere l'Inter a Riyadh. Indossa la maglia di Lautaro, tiene in mano un'altra maglietta che il papà le ha porto con orgoglio e speranza. Arrivano i giocatori: le foto, i sorrisi, gli autografi. Riyadh è nerazzurra, anche grazie ai soci Inter Club. Che arrivano da tutto il mondo, come sempre. Perché l'Inter è una passione trasversale: non ha confini geografici, non ha contorni anagrafici. Ci sono magliette nerazzurre degli anni 90, c'è chi ti racconta di Ronaldo il Fenomeno, di Adriano. Di Lautaro. L'attesa è concreta: è sui cartelloni luminosi, colora le hall degli hotel. Nel traffico complicato di una città che sembra non aver altra missione che correre a tutta velocità, il calcio si annida in ogni angolo, prova a conquistare ogni centimetro. E i ragazzi, questi spazi, li trasformano in campi da calcio improvvisati. Palleggiano, si scartano, inventano sfide senza porte che sono l'essenza di una passione che non tramonta. Abdul è imprendibile: indossa le ciabatte, ma porta la palla come un campione. Ecco: mentre il sole tramonta, quello sì, un altro ragazzo, con la stessa passione di Gazhal, con la stessa passione di Abdul e dei suoi amici, fa l'ultimo scatto di giornata. Assieme ai compagni, assieme ai suoi amici. Gazhal, Abdul e tutti gli altri interisti aspettano. Tutti insieme.
EPISODIO 3
La prima cosa che colpisce sono le strade. Dritte, drittissime. E piene di auto, che provano ad andare a tutta, nonostante il traffico, che è totale, intricatissimo. C'è tanta voglia di andare veloci, a Riyadh. Non è difficile capirlo: le architetture audaci, gli eserciti di gru che punteggiano gli spazi vuoti, i giganteschi alberghi. Tutto punta a stupire.
Le auto sono le protagoniste indiscusse, ma sono le persone che la abitano, assieme alle sue anime differenti, a regalarle un fascino particolare. Bisogna uscire dalle vie congestionate per conoscere la parte più intima, quella che profuma di incenso, e che poi dirada. Se corri veloce tocchi il deserto: esci dalla città ed è lì, immenso, ad aspettarti. Lento.
Chi corre, chi aspetta. C'è uno stadio da preparare. Sta cambiando veste: la scorsa settimana era un teatro spagnolo, ora diventa quello italiano. L'allenamento è il momento della giornata in cui sprigionare tutte le energie, amplificate da un tramonto che porta con se un venticello fresco, quasi freddo, e che spalanca le porte a una notte, l'ultima, che ci separa dal momento in cui sentiremo il fischio d'inizio.
Si corre veloci, sul prato perfetto. Lontani migliaia di chilometri da casa, con la consapevolezza di un affetto che sta per arrivare, per un'attesa che monta, per una voglia di far rotolare il pallone. Siamo qui per questo. Per aspettare l'Inter.
EPISODIO 4
Riyadh, siamo ancora qui. Abbiamo imparato a conoscerci così bene che ci siamo regalati altri tre giorni insieme. Abbiamo aspettato il nostro primo appuntamento con un mix di sentimenti: la voglia di correre verso il primo calcio d'inizio, la speranza di prolungare il nostro viaggio, il sogno di vivere un altro momento di interismo, tutti insieme. Chi ha viaggiato per migliaia di chilometri lo ha fatto con una fede tutta particolare: la prima partita, con il rischio che fosse l'ultima. La prima partita con la voglia di giocare la seconda. Sono arrivati tutti, oggi, a Riyadh. Da Milano, ma non solo. Dall'Iraq, dal Libano, dal Bahrein. E dalle altre città dell'Arabia Saudita. Riyadh centro del mondo nerazzurro. È impossibile non sentire tutto questo affetto. È impossibile non restituire a questa gente la versione migliore di te stesso. Quando vedi la tua gente su questi spalti, dove non te lo aspetti, capisci che allora sì, non stai correndo da solo. E allora, andare più veloce, diventa più facile. È solo un fischio, ma dà il via a una vertigine di emozioni. È una palla che rotola su un piano inclinato, è un'espressione così bella che a un certo punto gli applausi non bastano più. Ed è contagioso, coinvolgente: vorresti che non finisse mai. Marcus, Hakan, Davide: chi manda un bacio, chi ruggisce. La voglia di regalarsi un'altra opportunità, un'altra partita, vince su tutto. Il calcio è così: c'è sempre un'altra partita da giocare e Riyadh sarà ancora il nostro palcoscenico. Siamo ancora qui: con il nostro mister, i nostri giocatori, la nostra gente.
Insieme.
EPISODIO 5
Il calcio ti regala sempre un’altra partita, ma la partita successiva non sempre è una finale. Questi match te li devi guadagnare, attraverso percorsi più o meno lunghi, dentro a settimane che a volte hanno ritmi vertiginosi e altre che concedono più spazio. Più silenzio. Anche Riyadh sa rallentare, dentro a un weekend diverso, in cui le strade si decongestionano, il sole diventa più caldo, puoi andare alla scoperta di nuovi scorci. La città è immensa, ma nasconde luoghi in cui i ritmi sono diversi da quelli delle strade principali. C’è anche una lentezza affascinante. Il deserto, la città vecchia. Hai il tempo di pensare: a quello che è stato, a quello che sarà. Come si prepara una partita, dopo averne appena giocata una? Arrivi al campo di allenamento, torni subito a far rotolare il pallone. Sei a Riyadh, ma sei anche assorto nei tuoi pensieri. Ognuno fa la sua parte, in silenzio. Ognuno ha il suo ruolo, attorno alla squadra. Chi ha giocato, chi giocherà, chi sarà a bordocampo, chi sarà sugli spalti: le routine di tutti aiutano ad avvicinarsi a un’altra vigilia.
Il nostro momento sta per arrivare, basta aspettare.
EPISODIO 6
Le scarpe al posto giusto. Ordinate, preparate, pronte per essere indossate. Il campo perfetto, gli attrezzi sistemati con cura. Paletti, sagome, palloni, ostacoli. C'è una precisione perfetta, tutto è dove deve essere. Succede ogni giorno, è una ruotine bella e utile, non scontata.
Alle 16:30, a Riyadh, inizia a calare il sole. Una leggera brezza accompagna le ombre che si allungano su un campo che ormai è diventato famigliare: le gradinate in cemento, un prato verde splendente, il sole che lo illumina per metà. La squadra arriva sempre nel momento in cui la luce filtra tra i palazzoni, regalando l'ultimo tepore di un giorno che sta per diventare notte.
Ognuno ha il suo rito, le sue modalità, i suoi esercizi. C'è una squadra, attorno alla squadra, che conosce al millimetro ogni esigenza, la cuce addosso a ogni giocatore: è uno dei momenti del giorno in cui tutte le energie, tutta l'attenzione, si concentrano. Prima l'hotel, lo studio, i video, il riposo. Poi il pallone, le corse.
Ci sono sorrisi e volti concentrati, ci sono sfide che nascono per gioco e diventano via via sempre più esaltanti. Urla, risate, abbracci, il rumore del pallone calciato con forza, il volo dei portieri, la voce del mister. Il sole intanto scende, gli schemi si ripetono, le gambe girano veloci.
Non tutti i giorni sono la vigilia di una finale. A Riyadh, dopo giornate che si sono assomigliate, è arrivata l'ultima notte. Si torna in campo, gioca l'Inter.
EPISODIO 7
Esiste un modo per azzerare le distanze: percorrerle ad alta velocità. Ci sono posti che sembrano così remoti che non penseresti mai che potrebbero finire nel tuo album dei ricordi. Poi, però, finiscono nel tuo destino. Riyadh: più di 4000 chilometri da Milano. Abbiamo imparato a conoscerti, abbiamo viaggiato per le tue strade trafficate. E in questa città immensa, piena di strade e di auto, come l'anno scorso, abbiamo trionfato. Da Milano a Riyadh, da porta a porta. Correre, a tutta velocità. Quanto si impiega a percorrere un campo da calcio? Quanto è lungo, un gol? Lo abbiamo atteso per 91 minuti e poi eccolo lì, due passaggi, una palla che sorpassa la linea e via. Via la maglietta, che diventa una bandiera. Una bandiera dell'Inter. Via verso i tifosi arrivati dall'Iraq, dal Libano, dagli Emirati, dall'Oman, dal Qatar. Da Milano. Lautaro Martinez e Riyahd. E' la storia che si ripete. La maglia numero 10. I fuochi d'artificio. Inter, Inter, dagli spalti. Siamo un unico popolo, trascinato da una passione che non finisce mai. Quella che ci spinge, sempre, anche nelle partite più complicate, nei momenti più difficili. Nella volata da un capo all'altro del campo c'è la corsa di tutti noi bambini, un gol al parco come quello in una finale. Quanto pesa, una coppa? Di sicuro, luccica. E splende, tra le mani di questi ragazzi, che la coccolano, la sollevano, poi la portano sull'aereo, nell'ultima missione di una settimana lunga, impegnativa, conclusa nel migliore dei modi. Milano aspetta: c'è un posto, per questo trofeo, accanto a quelli degli ultimi anni. Ha vinto l'Inter. Abbiamo vinto noi.
SUPERCOPPA STORY
L'Inter a Riyadh conquista un'altra Supercoppa Italiana, la terza consecutiva: nelle 12 edizioni disputate, i nerazzurri hanno vinto in 8 occasioni.
I SUCCESSI NERAZZURRI
1989 | INTER-SAMPDORIA 2-0
L'Inter dello Scudetto dei Record gioca per la prima volta la Supercoppa Italiana, arrivata alla sua seconda edizione. Si gioca a San Siro, in novembre, davanti a poco più di 7mila spettatori. Di fronte c'è la Sampdoria di Vialli e Mancini. A consegnare il trofeo alla squadra di Trapattoni ci pensano Enrico Cucchi (scomparso poi nel 1996) e Aldo Serena.
2005 | JUVENTUS-INTER 0-1
A Torino, sotto alla pioggia, il successo nerazzurro ai supplementari: assist di Adriano e destro vincente di Juan Sebastian Veron.
2006 | INTER-ROMA 4-3 DTS
A San Siro giallorossi avanti 3-0 con Mancini e Aquilani (2). Poi la rimonta nerazzurra: doppietta di Vieira e 3-3 di Crespo. Ai supplementari la perla su punizione di Figo per il 4-3 finale.
2008 | INTER-ROMA 8-7 DCR (2-2 DTS)
L'Inter in vantaggio con Muntari viene ripresa da De Rossi, poi segnano Balotelli e Vucinic. Ai rigori Julio Cesar ipnotizza Juan e Zanetti, al suo primo e unico rigore tirato in carriera, batte Doni per il trionfo nerazzurro.
2010 | INTER-ROMA 3-1
L'Inter del Triplete si presenta a San Siro per la prima volta dopo la notte di Madrid. La Roma va avanti con Riise, Pandev ristabilisce la parità. Nella ripresa si scatena Eto'o che con una doppietta regala all'Inter il 3-1 e il quarto trofeo del 2010.
2021 | INTER-JUVENTUS 2-1 (d.t.s.)
In una notte gelida la Juventus va avanti con McKennie, poi l'Inter trova il pari con Lautaro su rigore. Si va ai supplementari, ci si prepara ai rigori. Quando scocca il 120' la palla viaggia verso l'area della Juventus, un paio di secondi più tardi è in fondo alla rete: Darmian serve Sanchez che deposita in porta.
2022 | MILAN-INTER 0-3
Il derby d'Arabia viene dominato dalla squadra di Inzaghi. Un 3-0 senza storia, con i gol nel primo tempo di Dimarco e Dzeko e la perla nella ripresa di Lautaro Martinez. Un gol con un'esultanza iconica per celebrare un derby da sogno e un trofeo importantissimo.
2024 | NAPOLI-INTER 0-1
L'Inter a Riyadh scende in campo per difendere il trofeo per il terzo anno consecutivo. Cambia la formula ma non il risultato: i nerazzurri sconfiggono la Lazio con un incredibile 3-0 deciso dai gol di Thuram, Calhanoglu e Frattesi e si guadagnano la finale. Nell'ultimo atto della competizione, di fronte c'è il Napoli e ci vogliono 91' minuti per decidere il match: Sanchez, con una grande giocata, libera Pavard, il francese mette al centro, velo di Frattesi e gol del capitano Lautaro Martinez che alza al cielo l'ottava Supercoppa Italiana della storia del Club.